L'Italia, in un contesto economico globale sempre più complesso, dimostra una notevole resistenza alla crisi, un merito attribuibile in larga parte alle micro e piccole imprese. Queste realtà, caratterizzate da un organico che non supera i 49 addetti, rappresentano un pilastro fondamentale dell'economia italiana, contando ben il 62% degli occupati totali. Questo dato sorpassa significativamente la media europea del 48,6%, confermando il ruolo cruciale svolto da queste imprese nel mantenere l'occupazione e sostenere la crescita economica.
Nonostante le sfide legate alla crisi energetica e ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, le piccole imprese italiane sembrano mantenere saldi i loro punti di forza, contribuendo in modo significativo alla robustezza dell'economia nazionale.
È interessante notare come concetti già espressi nel 1973 nel celebre libro "Small is Beautiful" di Ernst Friedrich Schumacher ritornino attuali. In quegli anni, il testo metteva in luce il ruolo delle imprese minori e delle piccole e medie imprese nel contesto economico, sottolineando la maggiore adattabilità del "piccolo" in un mondo in continua evoluzione. Oggi, questa flessibilità sembra essere ancora più rilevante, specialmente di fronte alle incertezze che le grandi aziende, comprese quelle della Silicon Valley, stanno attraversando con licenziamenti e cadute azionarie.
Il passato economico italiano, caratterizzato da una stabilità fino al 1971 grazie agli accordi di Bretton Woods, ha visto un cambiamento radicale con la tempesta monetaria di quell'anno e la successiva crisi del petroldollaro. Le grandi imprese, che un tempo pianificavano a lungo termine, hanno dovuto confrontarsi con una nuova dinamica che ha reso il "piccolo" preferibile per la sua maggiore adattabilità. L'Italia, patria delle piccole realtà imprenditoriali, ha visto nel declino delle grandi imprese un'opportunità di sviluppo per le imprese minori, incoraggiate anche dalla svalutazione della Lira che ha migliorato la competitività sui mercati internazionali.
A distanza di cinquant'anni da quel periodo di cambiamenti rapidi ed imprevedibili, sembra che il principio del "piccolo è bello" ritorni ad affermarsi. Le circostanze attuali, caratterizzate da incertezze nelle grandi imprese, rendono le piccole e medie imprese italiane ancora più vitali. Esse rappresentano il 92% delle imprese attive, assicurando l'occupazione dell'82% della forza lavoro totale. Inoltre, il loro contributo al PIL italiano è significativo, con un fatturato di oltre 2400 miliardi, pari al 41% del PIL nazionale, e rappresentano il 48% dell'export. Questi numeri sottolineano l'importanza cruciale delle piccole imprese nel tessuto socio-economico italiano.
Il legame profondo tra impresa e proprietà caratterizza il contesto italiano, differenziandolo da realtà come gli Stati Uniti, dove la cessione di un'impresa è più comune. Questo sistema duale, che vede coesistere grandi e piccole imprese, favorisce una competizione collaborativa che stimola la crescita di entrambe. In questo scenario, il dibattito sulle dimensioni delle imprese - piccole che non diventano grandi - appare meno rilevante rispetto al contributo concreto che le imprese minori offrono alla crescita e alla stabilità economica del Paese.
Il Governo italiano, chiamato a gestire la complessa situazione economica attuale, deve considerare attentamente il ruolo delle imprese minori nelle politiche di rilancio. La flessibilità delle piccole e medie imprese, che consentono un adeguamento meno traumatico rispetto alle grandi aziende, è un asset fondamentale in tempi di incertezza. Affinché la manovra finanziaria rispecchi appieno le esigenze del Paese, è necessario porre particolare attenzione al sostegno e alla promozione delle imprese minori, che continuano a rappresentare il motore del "Made in Italy".
In un panorama dove l'intelligenza artificiale domina le conversazioni forse dovremmo ancora una volta incentivare il "piccole è bello". A salvare il nostro futuro potrebbe essere ancora una volta l'"intelligenza artigiana"!
Marco Gasparri Consulente Marketing info@marketingantipatico.com (+39) 347 9729834
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